giovedì 19 gennaio 2012

Com. Schengen. Su scomparsa Tunisini fare di più.

Tunisi, 18 gen - Anche se le autorita' italiane non hanno mai fatto mancare il loro aiuto e la loro collaborazione, sulla questione degli scomparsi dopo la partenza dalla Tunisia verso l'Italia a bordo delle cosiddette carrette del mare nella scorsa primavera, ''occorre fare di piu' e meglio''. E' quanto ha ammesso oggi da Tunisi il presidente del Comitato parlamentare Schengen, Margherita Boniver dopo la protesta inscenata dal Comitato che raggruppa le madri degli scomparsi. Un drammatico problema che investe almeno 3-400 giovani tunisini di cui si sono perse le tracce nel loro viaggio della speranza verso l'Europa, dopo l'esplosione della cosiddetta Rivoluzione dei gelsomini. Un tema che e' stato toccato anche nel corso della prima giornata di missione della rappresentanza parlamentare italiana in Tunisia con incontri con il sottosegretario agli esteri del nuovo governo, Touhami Abdouli, i ministri degli Affari sociali Hassine Jaziri e dei Diritti umani Samir Dilou. ''Certamente quello che denunciano queste donne e' un dramma che richiama quello delle madri argentine, con tanti ragazzi di cui non si ha piu' notizia ma sappiamo che il governo e l'ambasciata italiana hanno lavorato sempre per stilare liste aggiornate di questi 'desaparecidos'. E' vero anche, pero', che fino ad oggi ci sono ancora troppe non risposte alle domande di queste mamme e ci aspettiamo un progresso in questo specifico capitolo del dossier-immigrati; ricordo, infine, che il governo tunisino ci ha ribadito di accettare di collaborare alle pur dolorose operazioni di rimpatrio che proseguono con il ritmo di due o tre aerei a settimana''. Ad ammettere che la situazione, comunque, non e' semplice e' stato anche il parlamentare Pd, Massimo Livi Bacci. ''Rintracciare queste persone - ha affermato - non e' semplice perche' le ipotesi sulla loro sorte sono molte. Purtropo si va dalle piu' negative dell'affondamento nel Mediterraneo, al transito in altri paesi europei, fino alla loro permanenza in Centri o carceri dove, semmai, per vergogna non vogliono fornire le vere generalita'''.

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