La vicenda georgiana, che oggi sembra far prevalere la linea del Cremlino, si rivela ogni giorno piu' insidiosa. Di fatto e' stato smembrato uno Stato sovrano riconoscendo l'indipendenza di Abkhazia e Ossezia del Sud, contraddicendo i principi da sempre condivisi dai russi sulla intangibilita' delle frontiere. Si e' aperto un vero e proprio vaso di Pandora delle tante istanze secessioniste presenti all'interno della federazione russa e nel puzzle caucasico dalle conseguenze imprevedibili. L'Europa si trova ora di fronte a due scelte altrettanto improponibili: la prima e' lasciare che si costruiscano di fatto nuove zone d'influenza stile Yalta; la seconda ignorare la sorte della piccola, democratica e indifesa Repubblica della Georgia, rea di guardare all'Unione Europea e alla Nato. Si e' parlato a Tblisi affinche' Kiev intenda. Finora e' prevalsa una prudenza ammirevole da parte delle cancellerie europee. Speriamo che a darci man forte nel tentativo di moderare gli appetiti russi siano anche i mercati finanziari, crollati del 49% , negli ultimi mesi, a Mosca e di conseguenza lo scontento di tante forze economiche sane di quel Paese.
venerdì 12 settembre 2008
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