La prudenza dimostrata al vertice straordinario di Bruxelles sulla Georgia forse evitera' all'Europa di fare la fine della tigre siberiana impallinata da Putin. Si e' giustamente evitata, in questa fase una contrapposizione col Cremlino che, visti gli attuali umori dei due presidenti russi, non preconizza nulla di buono. Bene gli aiuti economici per la ricostruzione del piccolo Paese caucasico, le cui infrastrutture sono state scientificamente distrutte nella guerra di agosto, ma tutto questo, ad essere sinceri, rappresenta un cerotto su una ferita al cuore della Georgia. Rimane pericolosissimo il precedente del riconoscimento dell'indipendenza delle due province secessioniste Abkhazia e Ossezia del Sud. Di buono, il vertice straordinario ha prodotto una linea comune che ignora le divisioni fra vecchia e nuova Europa. Resta ancora da scoprire quali siano le reali intenzioni della Russia per l'intera zona del Caucaso, a cominciare dalla questione dell'Ucraina.
lunedì 1 settembre 2008
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