(ANSA) - KHARTOUM, 31 MAG - L'Italia ''si augura che i colloqui di pace'' iniziati alcuni giorni fa ad Addis Abeba tra Sudan e Sud Sudan, sotto l'egida dell'Onu e dell'Unione Africana (Ua), ''siano condotte con decisione ma con un approccio equilibrato e giusto, per arrivare ad una pace il piu' possibile positiva e definitiva''. Lo ha dichiarato l'inviata speciale del ministro Terzi per le situazioni d'emergenza, onorevole Margherita Boniver, al termine di un incontro stamani a Khartoum, con il generale Abdel Rahman Al Sadig Al Mahdi, stretto collaboratore del presidente sudanese, Omar Al Bashir. Boniver ha ricordato al suo interlocutore di essere in Sudan per trasmettere lo stesso messaggio che ieri e' stato trasmesso a Giuba, al Sud Sudan. ''L'Italia cerca di avere una visione equilibrata'' delle violenze che oppongono Sudan e Sud Sudan, e
''e' stata fra i primi paesi europei a condannare la violenza da entrambe le parti, a condannare l'invasione (da parte del Sud Sudan, ndr) di Heglig, e a salutare positivamente il ritiro delle truppe sudanesi dalla regione contesa dell'Abyei'' poco dopo che lo stesso avevano fatto i sudsudanesi.
giovedì 31 maggio 2012
Boniver a Giuba
(ANSA) -
GIUBA, 30 MAG - Una povertà fra le più gravi al mondo, oltre metà della
popolazione che vive con meno di 2 dollari al giorno, una situazione di guerra
non dichiarata al confine nord che ha già fatto riversare sul suo territorio
130 mila disperati, che aggravano le difficoltà, nessuna (o quasi) infrastruttura,
dipendenza quasi totale dagli aiuti umanitari che devono anche fare i conti con
i capricci estremi del clima: questa ` la situazione del Sud Sudan, l'ultimo
nato fra gli Stati del mondo - il 9 luglio sarà un anno dall'indipendenza da Khartoum
- dove oggi l'inviata speciale del ministero per le emergenze del
ministero degli Esteri, on. Margherita
Boniver, ha compiuto la prima visita ufficiale italiana, per portare un messaggio
di sostegno del governo italiano e per chiedere alle sue autorità di fermare
l'escalation della tensione che in questi ultimi mesi oppone il neonato Paese
al Sudan del nord. Un messaggio uguale a quello che domani Boniver porterà al
governo del nord.
"Siamo un ministero nato da niente, passato in
pochi mesi dalla boscaglia ad un ufficio. Ma ho bisogno di essere aiutato, il
nostro personale di essere formato, i nostri tecnici messi in grado di predire
un'alluvione o una carestia. Solo cosý possiamo svolgere il nostro
compito", ` stato l'appello del ministro alla delegazione italiana.
"Concentrarsi sulla formazione potrebbe essere una buona forma di
aiuto", ha sottolineato Boniver, promettendo
che se si reperiranno fondi non ancora allocati dal governo italiano nel campo
della cooperazione, "addestrare il vostro personale sarà una priorità per
l'Italia". (ANSA)
"Noi vogliamo la pace, vogliamo fare la pace
con i nostri vicini, la gente del Sud Sudan vuole una coesistenza pacifica con
la Repubblica del Sudan", cio` con Khartoum, ha detto nel suo incontro con
Boniver il ministro per le situazioni umanitarie sudsudanese, Joseph Lual
Achuil. I due (formalmente ex) arcinemici da martedì sono al tavolo della
trattativa sul campo neutro di Addis Abeba, nel tentativo di venire a capo di
tutti i contenziosi lasciati aperti nel trattato di pace con cui nel 2005 si
pose fine a 40 anni di guerre civili: dalla divisione delle risorse petrolifere
– quasi tutte concentrate nel Sud -, alla definizione di confini certi, allo
status delle popolazioni nelle aree di confine. Ma mentre i due governi si
parlano, il nord, anche nelle ultime ore, continua a bombardare le popolazioni
"sudiste" nelle regioni di confine, come denuncia il governo di Giuba
e come conferma il coordinatore locale dell'agenzia dell'Onu per le emergenze umanitarie
(Ocha), Giovanni Bosco. In cima a questa
drammatica situazione pesa come un macigno la chiusura dei rubinetti del
petrolio - la risorsa contesa con Khartoum e che fornisce oltre l'80% delle
risorse del Paese - decisa unilateralmente da Giuba all'inizio dell'anno. Il
flusso di petrolio, che per raggiungere l'unico possibile sbocco in mare di
Port Sudan, in Sudan, transita necessariamente negli oleodotti del nord, `
stato bloccato in seguito all'accusa, rivolta al nord, di "rubare"
greggio. Un'appropriazione surrettizia, accusa il governo di Giuba, che si
aggiunge alle tariffe decine di volte superiori a quelle che normalmente vengono
praticate per i servizi di trasporto su oleodotto imposte dal nord su ogni
barile di flusso. Il Sud Sudan di fatto si sta precludendo l'unica fonte di
introito: una situazione di cui la comunità internazionale sta chiedendo conto
al governo di Giuba: "Ma noi - ha
dichiarato il ministro - non abbiamo chiuso i rubinetti per divertirci, ma
perchè ci stavano rubando il nostro petrolio. Se questo ` un problema per
poterci dare soldi, ce ne scusiamo. Ma questa ` la realtà", ha detto il
ministro Achuil, che ha tracciato un quadro drammatico delle emergenze che
attanagliano il fragile neonato Paese. Dalla regione contesa dell'Abyei, ancora
sospesa fra i due Sudan, sono entrati nel Paese 110.000 profughi, in fuga da
combattimenti e violenze. A migliaia sono in fuga anche dagli Stati sudanesi
del Nilo Blu e del Sud Kordofan. "Continuano ad arrivare man mano che la situazione
di violenza peggiora. E noi dobbiamo trovare loro dove stare, dare loro da
mangiare". In alcune zone dove si sono creati accampamenti di fortuna dove
la stagione delle piogge porta con sè anche lo spettro delle alluvioni. C'` poi
oltre la frontiera la pressione di circa mezzo milione di sud sudanesi rifugiatisi
nel nord durante i decenni di guerre civili: una "bomba umanitaria"
ancora inesplosa, per assorbire la quale, anche gradatamente, il Sud Sudan non
` attrezzato. "Abbiamo un deficit alimentare di 470.000 tonnellate di
cereali" stimato dalle organizzazioni internazionali, in primis dal Pam,
ha sottolineato Achuil.
martedì 29 maggio 2012
Marò: situazione inaccettabile
La situazione dei due maro' italiani trattenuti agli
arresti in India e' ''inaccettabile'': lo ha detto l'inviato speciale per le
situazioni di emergenza del governo italiano, Margherita Boniver, in un
incontro con il ministro degli Esteri del Kenya, George Saitoti, oggi a
Nairobi. Ha detto la Boniver: ''Il
ministro keniano, con il quale ho parlato di vari aspetti riguardanti la
sicurezza, fra i quali quello della pirateria, si e' detto pienamente d'accordo
sulla richiesta che l'Italia sta facendo in tutte le sedi perche' il personale
militare in missioni di peacekeeping, internazionali e di contrasto alla
pirateria, vengano giudicati, se si da' il caso, dalle giurisdizioni dei
rispettivi Paesi di origine, secondo la loro giurisdizione nazionale''. (ANSA).
lunedì 28 maggio 2012
Boniver a Nairobi Juba e Khartum.
- Roma, 28 mag. - Nairobi, Juba,Khartum. Sono le
tappe della missione in Africa di Margherita Boniver, in partenza oggi per le
tre capitali. L'Italia -ha detto l'inviato speciale del ministro degli Esteri,
Giulio Terzi, per le emergenze umanitarie nel Sahel e nel Corno d'Africa-
portera' "un messaggio di fortissima preoccupazione" per
l'aumento della tensione tra il Sudan e il Sud Sudan e nello stesso tempo sosterra'
la necessita', gia' sancita da una risoluzione dell'Onu, della "massima
moderazione possibile" negli approcci tra i due Stati, che di recente
hanno ingaggiato scontri sporadici nella regione del Kordofan. Negli incontri
sarà centrale l'aspetto umanitario del dossier sudanese, sia nel Sud che nel
nord del Paese africano, dove sono presenti importanti progetti della
Cooperazione italiana. Simile sara' l'approccio anche in Kenya, che e' chiamato
anche ad affrontare il tema dell'arrivo dei profughi dal conflitto somalo.
Boniver approfondira', tra gli altri dossier, quello "urgentissimo"
del contrasto alla pirateria marittima. (AGI)
venerdì 25 maggio 2012
Bene l'accerchiamento alla Merkel.
La
manovra di accerchiamento e di moral suasion impostata da Monti, Hollande e
Rajoy per circoscrivere ed allentare l'ortodossia tedesca e' un primo segnale
per risolvere la crisi dell'eurozona. E' evidente che il rigore da
solo non basta ad allontanare il default della Grecia ma deprime la gia'
pallida economia dei paesi del sud Europa. Importante in questo momento sono la
crescita sostenuta da un project bond e nuove regole per la BCE'.
mercoledì 23 maggio 2012
E' urgente una nuova Costituente
Sono perfettamente d'accordo con Marcello Pera quando
sostiene la necessita', non solo della riduzione dei parlamentari, ma
dell'urgenza, di una nuova Costituente. Esattamente come successe dopo la
guerra, il terremoto elettorale, la nostra evidente sconfitta, la quotidiana
delegittimazione dei partiti politici tradizionali dovrebbero farci riflettere
seriamente. La crisi economica finanziaria mescolata
alla paralisi di molte istituzioni, a cominciare dal Parlamento, impongono una
vera e propria ricostruzione di molte parti del nostro sistema istituzionale''.
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