(Aki) - L'indipendenza del Sud Sudan "è molto probabile e inevitabilmente porterà con sé violenze, soprattutto per l'assegnazione della regione di Abyei, ricca di petrolio, ma c'è da chiedersi come farà il Sud Sudan a superare il trauma della secessione e arrivare all'autogestione in tempi ragionevoli". Così Margherita Boniver, inviata del ministro degli Esteri Franco Frattini per le emergenze, commenta ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL il referendum in corso da ieri per l'indipendenza del Sud del paese africano. "Al sud c'è una leadership capace - dice la Boniver, che è l'ultimo politico italiano ad aver visitato Juba, a maggio 2009 - ma le fragilità sono sotto gli occhi di tutti, in una parte del territorio infestata da violenze tribali che hanno fatto un gran numero di vittime".
Questo passaggio, spiega ancora, si inscrive "in un quadro che è già drammatico, essendo il Sudan uno dei paesi più poveri del pianeta, che oltre alla guerra tra nord musulmano e sud cristiano-animista ha conosciuto il dramma più recente del Darfur". Senza contare che il referendum, secondo la Boniver, è anche potenzialmente capace di produrre effetti su scala regionale. "E' un evento storico - argomenta - perché rompe il tacito accordo raggiunto da tutti gli Stati africani di non modificare i loro confini".
In questo quadro, la comunità internazionale, "oltre ad assicurare monitoraggio e aiuto economico, deve svolgere una fortissima azione di moderazione sul presidente sudanese Omar al-Bashir" per la gestione della fase post-referendum. "L'Italia in Sudan ha un ruolo importantissimo - ha infine ricordato la Boniver, che presiede il comitato parlamentare Schengen – La nostra cooperazione ha un ufficio a Juba e dobbiamo ringraziare i dirigenti sud-sudanesi per la liberazione di Pier Albino Previdi, ingengere italiano ingiustamente imprigionato per mesi e liberato in poche ore grazie al loro intervento", proprio in occasione della missione a Juba del maggio 2009.(Rzz/AKI)
Questo passaggio, spiega ancora, si inscrive "in un quadro che è già drammatico, essendo il Sudan uno dei paesi più poveri del pianeta, che oltre alla guerra tra nord musulmano e sud cristiano-animista ha conosciuto il dramma più recente del Darfur". Senza contare che il referendum, secondo la Boniver, è anche potenzialmente capace di produrre effetti su scala regionale. "E' un evento storico - argomenta - perché rompe il tacito accordo raggiunto da tutti gli Stati africani di non modificare i loro confini".
In questo quadro, la comunità internazionale, "oltre ad assicurare monitoraggio e aiuto economico, deve svolgere una fortissima azione di moderazione sul presidente sudanese Omar al-Bashir" per la gestione della fase post-referendum. "L'Italia in Sudan ha un ruolo importantissimo - ha infine ricordato la Boniver, che presiede il comitato parlamentare Schengen – La nostra cooperazione ha un ufficio a Juba e dobbiamo ringraziare i dirigenti sud-sudanesi per la liberazione di Pier Albino Previdi, ingengere italiano ingiustamente imprigionato per mesi e liberato in poche ore grazie al loro intervento", proprio in occasione della missione a Juba del maggio 2009.(Rzz/AKI)
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