"Serve milza, per filtrare i cattivi umori e i veleni, e cuore, per avvicinarci di nuovo alla gente, proprio fisicamente". Lo afferma Margherita Boniver, storica esponente dell'ala socialista del Pdl, in una intervista al Secolo d'Italia nella quale analizza la situazione nel partito: "A me pare che il premier abbia reagito nel modo giusto inventandosi la figura del segretario politico, affidata a questo giovane galantuomo dalle grandi capacità, alle prese con un compito arduo". E prosegue: "Io ho attraversato un periodo in cui i partiti e le correnti erano vivai di democrazia. Nel Psi tutte le settimane ci si riuniva nella sezione vicino casa, si discuteva fino alle tre di notte, si faceva politica 364 giorni l'anno, tranne che a Natale. Accadeva quello che accade tutt'ora in paesi come l'Inghilterra, con i parlamentari che fanno il week-end 'open house', ospitando gli elettori a casa propria per un tè, nel fine settimana". Le pare possibile in Italia? "No, anche perché noi siamo nominati, non eletti sul territorio. Però quello che posso dire, a noi del Pdl, è che dobbiamo ritrovare la capacità di ascoltare, girando sul territorio, recependo richieste, lamentele, proposte, attraverso centri di ascolto, convegni, gazebo, incontri politici. Quello che i leghisti fanno benissimo tutto l'anno: stare tra la gente". Non la piace il partito liquido, leggero, che va in rete? "No, il web non può sostituire il contatto umano: meglio andare a fare merenda con i vecchietti dell'ospizio per capire il Paese". Inoltre "le donne vanno ascoltate di più tra l'elettorato, vanno valorizzate le intelligenze, le capacità di chi opera nella società civile. Il Pdl, come tutti gli altri partiti, del resto, è maschilista". "Quindi invita ad aprire all'Udc: "E chiaro che io non mi butterei dalla torre per accontentare Casini, però i tempi sono maturi per aprire una fase due del Pdl, per iniziare a ragionare con altre forze a noi affini, in una fase in cui il Terzo polo s'è rivelato evanescente". "Le primarie le piacciono? Non ne sono particolarmente entusiasta. Un partito come il nostro, così leggero, non può risolvere i suoi problemi con le primarie, soprattutto se riguardano l`indicazione di Berlusconi, così diventano grottesche. Le primarie o sono vere, come in America, dove si sceglie il candidato che sa parlare agli allevatori di maiali dell`Iowa e ai banchieri della city di Washington, oppure qui, all'italiana, rischiano di essere una farsa. A me piace la soluzione Miccichè, un sistema regionale con coordinatori locali, quelli sì, scelte con le primarie".
mercoledì 8 giugno 2011
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