venerdì 18 giugno 2010

NIger: tra uranio e povertà.

(dell'inviato Claudio Accogli) (ANSA) - NIAMEY, 17 GIU - Quasi 8 milioni di persone che patiscono la fame, 50 anni di vita media, carestie e alluvioni cicliche: sono i crudi dati sull' epicentro delle emergenze umanitarie mondiali, il semidesertico Niger, stretto nella morsa della fame nonostante sia tra i principali produttori mondiali di uranio, e garantisca buona parte del fabbisogno della Francia. L'Italia considera il Niger ''una priorita''' sul fronte della cooperazione: ''abbiamo riavviato i nostri progetti e finanziamenti, d'intesa con la Ue, che erano stati bloccati dopoil golpe'', spiega Margherita Boniver, inviato speciale per le emergenze umanitarie del ministro degli Esteri Franco Frattini. ''Faremo rete con gli altri Paesi per investire sulle risorseche il Niger ha, ma anche per investire sulle risorse umane e i reali bisogni della popolazione'', aggiunge Boniver. L'Italia ha donato dal 1984 ad oggi oltre 132 milioni dieuro, ai quali si aggiungono - annuncia Boniver a Niamey - altri9 milioni per nuovi progetti di sviluppo. A Keita in particolare, gli italiani hanno realizzato un veroe proprio miracolo, strappando al deserto un'area grande quasi come tutta la Brianza. E, accanto ai programmi per il sostegno all'infanzia, alle donne, alla sanita', all'agricoltura, Roma hamesso in campo risorse anche per la lotta al traffico di clandestini che passano per il Niger diretti in Europa via Libia e Algeria ed al terrorismo targato al Qaida, sempre piu' forte nel nord di un Paese per l'80% composto da musulmani. La giunta militare al potere dal 18 febbraio scorso, ringrazia l'Italia per ''non aver mai abbandonato il campo sul fronte degli aiuti'', come sottolineato oggi a Niamey dal capo della giunta, il generale Salou Djibo. Negli incontri con l'inviato speciale di Frattini, i vertici militari hanno ribadito che rispetteranno la road map concordata con l'Ue, che si dovrebbe concludere nel marzo 2011 con le elezioni presidenziali. L'ex presidente, Mamadou Tandja, il primo eletto democraticamente da quando il Paese ha conquistato l'indipendenza dalla Francia, nel 1960, e attualmente 'trattenuto' in una villa nei pressi del palazzo presidenziale. Secondo fonti bene informate a Niamey, che hanno scelto di mantenere l'anonimato, Tandja ''voleva aprire le concessioni perl'uranio ad altri Paesi, Cina e Corea del Sud in testa, togliendo alla Francia il tradizionale monopolio sul prezioso minerale'', gia' ridotto dai contratti con il Canada. Sul tema uranio, Boniver si dice convinta che la ''discesa incampo'' della Cina nel continente africano ''abbia cambiato le carte in tavola''. L'opinione dell'onorevole e' che ''anche le aziende italiane farebbero bene ad interessarsi delle risorse del Niger, in vista dello sviluppo del nucleare''. ''Si trattadi un argomento di primaria importanza'', sottolinea. (ANSA).

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