Le elezioni in Birmania accuratamente preparate per la perpetuazione del regime militare in abitiborghesi rappresentano una svolta per questo remoto Paese. La comunita' internazionale nonostante le promesse tradite con le elezioni farsa dovra' fare i conti con una realta' in rapido cambiamento. Bisogna continuare a esigere la liberazione di Aung SanSuu Kyi e degli oltre duemila prigionieri politici, continuare il regime di sanzioni in caso contrario e soprattutto sostenere la protezione dell'inerme popolazione civile dalle violenze che producono esodi di massa in un quadro moltofosco ma tuttavia in evoluzione che ci si augura potra' alla lunga portare quei benefici da tempo auspicati.
lunedì 8 novembre 2010
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