Confesso che faccio fatica a non farmi prendere dall'indignazione per la spettacolare apertura fatta dal nostro ministro degli Esteri ad Hamas. Non sorprende tanto la sostanza di questa disponibilità, peraltro già nota, quanto il momento scelto per farla. Sappiamo che arriva in Italia Tony Blair e mi chiedo se la posizione italiana faccia parte di un sottile e sofisticato gioco diplomatico, per intenderci, un gioco delle parti concordato. Se così non fosse il nostro Paese si troverebbe in una posizione tale da contrapporsi alle ultime mosse del 'quartetto' che ha finalmente resuscitato il processo di pace con l'apertura di credito politico ed economico nei confronti di Abu Mazen e l'isolamento proprio di Hamas, considerato da tutta la U.E. una formazione terrorista.
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