mercoledì 19 settembre 2012

Margherita Boniver in Libano



  (ANSA) - BEIRUT, 18 SET - Sono ormai mille al giorno i profughi siriani in fuga dalle violenze nel loroPaese che arrivano in Libano, un flusso continuo che si prevede portera' ad almeno 120.000 il numero   totale di rifugiati nel Paese dei Cedri, con tutti i rischi che questa ''gravissima emergenza  umanitaria''  omporta per i fragili equilibri interni. E' quanto ha sottolineato Margherita Boniver, inviato speciale per le emergenze umanitarie del ministro degli Esteri Giulio Terzi, che oggi a Beirut ha cominciato una visita di quattro giorni nello stesso Libano e in Giordania dedicato al problema dei rifugiati. ''In assenza di una soluzione politica a questa incredibile vicenda, per il momento quello che possiamo fare e' cercare di alleviare per quanto possibile le sofferenze di queste migliaia di persone'', ha sottolineato Boniver, aggiungendo che tra gli obiettivi della sua missione e' quello di ''portare il messaggio del ministro Terzi sulla altissima priorita' per l'Italia degli aiuti umanitari''.
 Nei mesi scorsi il governo italiano ha allestito un ospedale da campo per i rifugiati in Giordania, vicino al confine con la Siria, e ha inviato aiuti di prima necessita' sia in Giordania sia in Libano.
 L'inviato speciale della Farnesina ha aperto i suoi incontri a Beirut vedendo la responsabile per il Libano dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), Ninette Kelley. ''Da lei - ha sottolineato - ho saputo tra l'altro che meta' dei rifugiati registrati in Libano sono bambini''. ''Inoltre – ha aggiunto - vanno tenute presenti tutte le possibili e comprensibili complicazioni che questo flusso comporta su un territorio come quello libanese''.
 Oltre a colloqui con autorita' libanesi e responsabili delle agenzie di assistenza dell'Onu, Margherita Boniver ha in programma domani una visita alla frontiera con la Siria per visitare alcuni centri di raccolta di rifugiati. Nel pomeriggio rientrera' a Beirut per incontrare il ministro degli Affari sociali, Wael Bou Faour, prima di partire per la Giordania.

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