Sono rivoltanti le accuse della dittatura militare birmana nei confronti di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, agli arresti domiciliari da anni, per altro rinnovati in questi giorni, di fomentare i disordini nel Paese. Si e' dovuto scomodare il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon ad obbligare la feroce giunta militare per fare entrare un minimo di aiuti per lenire le sofferenze di una popolazione allo stremo dopo il cataclisma del 1' maggio. Piu' che lanciare invettive la giunta militare, tutta intera, dovrebbe essere portata di forza dinanzi la Corte penale Internazionale e processata per il reato di tentata strage di massa per avere impedito immediati soccorsi alla poverissima popolazione che vive nel terrore.
giovedì 29 maggio 2008
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