L'analisi apparsa oggi sul Financial Times, a firma del corrispondente da Roma del quotidiano britannico, Guy Dimore, non sono altro che le opinioni virgolettate della direttora de L'Unita'. Cambia un po' il tono che, per una volta, non scade nel pecoreccio e nello scurrile di tanti articoli apparsi sul presidente Berlusconi, ma la sostanza rimane. Non si capisce pero' una sola cosa, perche' sebbene tutto Berlusconi e' ancora cosi' popolare. Nell'articolo sono poi citati altri presidenti del Consiglio italiani coinvolti in scandali come Andreotti e Craxi ma ci si dimentica di menzionare i circa duecento procedimenti intentati contro Berlusconi e addirittura l'arresto di suo fratello Paolo, all'indomani della nomina a premier nel '94 e s'ignorano le vicende giudiziarie che colpirono altri come Forlani e Goria. Nessuna consapevolezza quindi della peculiarita' della vicenda politica italiana, che la fa unica ed irripetibile, con l'epicentro di Tangenpoli che ha fatto scomparire opportunamente cinque partiti politici democratici, salvaguardando solamente il Pci. Comunque, stiamo tranquilli, il FT ha colpito ancora.
venerdì 18 settembre 2009
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