Se c'e' una prova provata che l'Unione europea e' praticamente assente per quello che riguarda l'emergenza immigrazione e' lo scarno comunicato della Commissione europea di ieri che dice che l'enorme afflusso di migranti tunisini a Lampedusa e' un problema solo italiano. In mancanza di una normativa europea comune sull'immigrazione diventa sempre piu' macroscopica l'assenza di una solidarieta' tra Nazioni che possa far condividere l'onere e l'assistenza a queste persone su tutto il territorio dell'Unione. Anche l'annuncio di uno stanziamento a favore dell'Italia per l'emergenza immigrazione e' poco piu' che una mancia per quello che riguarda i costi finanziari ed organizzativi ingenti che l'Italia da sola e' chiamata ad assicurare.
giovedì 31 marzo 2011
lunedì 28 marzo 2011
Boniver ad Agorà
Domani 29 marzo dalle ore 9 alle 10,30 Margherita Boniver sarà ospite di Agorà - Rai tre condotta da Andrea Vianello. Si parlerà di Nord Africa.
Imperativo proteggere Lampedusa
'L'imperativo e' proteggere Lampedusa da ulteriori numerosi arrivi di clandestini e profughi. A nulla servono le urla del Presidente della regione Sicilia, Lombardo, ma caso mai la fattiva e piena collaborazione con i volontari e le Forze dell'ordine al lavoro 24 ore al giorno. Di certo alla regione Sicilia non mancano i mezzi e le capacita' organizzative.
venerdì 25 marzo 2011
Antisolidali le proteste dei sindaci a Mineo
A Mineo ''emergenza sembra sommarsi ad emergenza'' e il comportamento dei sindaci e amministratori locali che oggi hanno creato un cordone davanti alla struttura di accoglienza per non fare entrare gli autobus con a bordo gli immigrati sbarcati dalla 'San Marco' ''oltre che andare contro ogni norma, va contro lo spirito di solidarieta. La priorita' resta quella di evacuare i migranti dall'isola di Lapedusa. Stiamo parlando non di criminali ma di immigrati irregolari provenienti dalla Tunisia che, come tali, andranno rimpatriati. Il problema e' che queste persone non possono restare a Lampedusa un minuto di piu' perche' l'isola e' al collasso. La protesta dei sindaci fuori da Centro di Mineo non tiene conto della straordinarieta' della situazione che, solo per questo, imporrebbe un ben diverso comportamento da chi, soprattutto, ricopre ruoli istituzionali.
mercoledì 23 marzo 2011
Impedire collasso di Lampedusa
L'emergenza Lampedusa impone di continuare nell'opera di evacuazione degli immigrati provenienti dalla Tunisia verso altre località in Italia. Lampedusa non deve pagare la sua vicinanza geografica, sarebbe utile l'apertura di una vera e propria corsia preferenziale per impedire che l'Isola arrivi a collasso. Il piano del Governo ` molto buono ma dovrebbe essere se possibile potenziato ulteriormente. E' ovvio che la difficile situazione in Tunisia e in tutto il Maghreb fa prevedere la continuazione degli arrivi di immigrati clandestini. Una volta portati fuori da Lampedusa bisogna procedere oltre cheall'identificazione anche a mettere in moto quelle procedure per il loro rimpatrio che si erano interrotti per vie dei moti della rivoluzione dei gelsomini. 'Mi auguro che il ministro Maroni possa riannodare i fili della cooperazione tra Italia e Tunisia che riguardamolti argomenti incluso la possibilità dei rimpatri.
Margherita Boniver a Mixer
Questa sera alle 21 Margherita Boniver sarà ospite alla trasmissione della 7 Mixer che svolgerà il tema la Libia
Un amico mi invia la sua opinione sulla guerra a Gheddafi
La guerra contro Gheddafi è un errore marchiano: pesante petro-colonialismo europeo
di Lorenzo Matteoli - 22 Marzo 2011
Gli incidenti a Bengasi e Tripoli sono stati provocati dai servizi inglesi e francesi (colti sul fatto) che hanno trovato, arruolato, armato e istruito i soggetti islamo-libici disponibili perché Francia e Inghilterra hanno interesse a mettere le mani sul petrolio e sul gas naturale Libico e a buttare fuori l’Italia da quella regione. L’Italia, che aveva firmato accordi e trattati con Gheddafi, aveva tutte le ragioni per rimanere fuori dalla bagarre (come ha fatto la Germania con molte meno ragioni di quelle italiane) e per insistere con fermezza su una soluzione diplomatica della crisi. Tutta la dinamica ricorda le modalità con le quali le potenze europee alla fine dell’800 e all’inizio del 900 crearono i presupposti per la colonializzazione del Nord Africa.
Gheddafi sarà uno strampalato personaggio al limite del caso mentale, ma le “prove” del suo regime sanguinario sono inesistenti e non c’è nessuna garanzia che la guerra civile in atto metta al potere una classe dirigente “democratica”: un concetto politico e una modalità di pensiero affatto aliena alla cultura islamica come provano 15 secoli di storia e i regimi in Iran, Siria, Sudan, Palestina, Iraq (anche attuale) e nelle varie “repubbliche” centro asiatiche.
Berlusconi e Frattini si sono lasciati trascinare nella vergognosa iniziativa dalla sudditanza nei confronti di Sarkozy e dell’Inghilterra e hanno subìto, per debolezza politica, la pressione della sinistra europea e italiana, demagogicamente allineata con una parte dell’Islam per confuse e settarie motivazioni ideologiche (perché non nel Sudan? perché non nello Yemen? perché non nel Bahrein? Risposta: perché Gheddafi è il maiale più facile da far fuori, almeno si spera). Tutta la informazione che avremo, sul conflitto e sulle condizioni interne della Libia, d’ora in poi saranno “drogate” politicamente e assolutamente inattendibili, di qualunque provenienza siano: Al Jazeera, CNN, BBC…whatever.
di Lorenzo Matteoli - 22 Marzo 2011
Gli incidenti a Bengasi e Tripoli sono stati provocati dai servizi inglesi e francesi (colti sul fatto) che hanno trovato, arruolato, armato e istruito i soggetti islamo-libici disponibili perché Francia e Inghilterra hanno interesse a mettere le mani sul petrolio e sul gas naturale Libico e a buttare fuori l’Italia da quella regione. L’Italia, che aveva firmato accordi e trattati con Gheddafi, aveva tutte le ragioni per rimanere fuori dalla bagarre (come ha fatto la Germania con molte meno ragioni di quelle italiane) e per insistere con fermezza su una soluzione diplomatica della crisi. Tutta la dinamica ricorda le modalità con le quali le potenze europee alla fine dell’800 e all’inizio del 900 crearono i presupposti per la colonializzazione del Nord Africa.
Gheddafi sarà uno strampalato personaggio al limite del caso mentale, ma le “prove” del suo regime sanguinario sono inesistenti e non c’è nessuna garanzia che la guerra civile in atto metta al potere una classe dirigente “democratica”: un concetto politico e una modalità di pensiero affatto aliena alla cultura islamica come provano 15 secoli di storia e i regimi in Iran, Siria, Sudan, Palestina, Iraq (anche attuale) e nelle varie “repubbliche” centro asiatiche.
Berlusconi e Frattini si sono lasciati trascinare nella vergognosa iniziativa dalla sudditanza nei confronti di Sarkozy e dell’Inghilterra e hanno subìto, per debolezza politica, la pressione della sinistra europea e italiana, demagogicamente allineata con una parte dell’Islam per confuse e settarie motivazioni ideologiche (perché non nel Sudan? perché non nello Yemen? perché non nel Bahrein? Risposta: perché Gheddafi è il maiale più facile da far fuori, almeno si spera). Tutta la informazione che avremo, sul conflitto e sulle condizioni interne della Libia, d’ora in poi saranno “drogate” politicamente e assolutamente inattendibili, di qualunque provenienza siano: Al Jazeera, CNN, BBC…whatever.
martedì 22 marzo 2011
Accellare trasferimente da Lampedusa. Situazione spaventosa
"A Lampedusa c'e' una situazione'' spaventosa: l'unica cosa da fare e' accelerare, accelerare, accelerare l'evacuazione dell'isola''. Cosi' il presidente delComitato Shengen, Margherita Boniver, ha concluso la sua visita nell'isola assediata dai migranti, accompagnata da alcuni membri del Comitato. Boniver ha visitato prima il molo dove sono accampati in migliaia, poi il Centro di accoglienza in cui ci sono oltre2.200 migranti a fronte di 850 posti e poi la struttura che ospita 230 minori, dove c'e' un unico bagno e non ci sono lettine' materassi. ''Mi auguro vivamente - ha detto - che quello che e' stato deciso ieri nel Consiglio dei Ministri venga accelerato. Non possiamo aspettare una condivisione del problema da parte dell'Unione Europea perche' il problema e' oggi. E non esiste che una parte del territorio italiano venga bastonato in questo modo per motivi geografici''. Il presidente del Comitato Shengen ha detto che appena rientrera' a Roma vedra' il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, per chiedere una accelerazione degli interventi e ha invitato il commissario dell'Ue per gli Affari Interni Cecilia Malmstrom a venire a Lampedusa. ''Spero che arrivi prima possibile per rendersi conto direttamente della situazione''.(ANSA).
Comitato Schengen a Lampedusa
Il Presidente del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, Margherita Boniver, e una delegazione del Comitato è oggi a Lampedusa per portare solidarieta' alla popolazione dell'Isola, alle Istituzioni, alle Forze dell'Ordine e ai volontari.
lunedì 21 marzo 2011
L'intervento militare non è stato una grande idea
Un intervento militare ''condotto da4-5 nazioni con il beneplacito 'peloso' della Lega araba non e'stata una grande idea''. Cosi' Margherita Boniver, presidentedella commissione bicamerale Schengen e inviato speciale del ministro degli Esteri per le emergenze umanitarie Margherita Boniver, nel corso del convegno 'Israele di fronte allarivoluzione dei Paesi musulmani: speranza o pericolo?' organizzato questa mattina alla Camera, ha espresso ''scetticismo e preoccupazione'' di fronte alle operazioni militari avviate in Libia lo scorso 19 marzo. Secondo la Boniver, quindi, ''non e' stata una grande idea quella di non percorrere la via diplomatica fino in fondo. La via militare deve essere l'ultima scelta e non la prima, come sembra''. Da qui, ''avere dei dubbi e dello scetticismo'' sull'intervento ''mi sembra indispensabile e doveroso e dovrebbe farci riflettere su come l'Ue forse sia andata in ordine sparso'', anche perche' ''la posizione dell'Italia e' quella piu' rischiosa'', ha aggiunto la parlamentare del Pdl, precisando che la risoluzione dell'Onu ''mi sembra piuttosto confusa su cosa fare con Gheddafi''. (ANSA)
venerdì 18 marzo 2011
Sud Sudan, tra capanne e fango.
(dell'inviata Eloisa Gallinaro) (ANSA) - JUBA (SUD SUDAN), 17 MAR - Strade quasi solosterrate, pochi edifici prefabbricati e una distesa informe dicapanne di fango o lamiera, scarsa energia elettrica e nienteacqua potabile: e' Juba, capitale del Sud Sudan, dove il 90% deidieci milioni di abitanti del Paese vive sotto la soglia dipoverta' e dipende dagli aiuti internazionali per i due terzidei suoi bisogni, anche se produce l'80% del petrolio cheesporta il Nord. Dopo il referendum di meta' gennaio che ha sancitol'indipendenza del Sud da Khartoum con il 98,83% dei si', ilnuovo appuntamento e' per il 9 luglio, quando nascera'formalmente lo stato sovrano del Sud Sudan, il 193/mo del mondo,come si legge nello striscione di benvenuti nel piccoloaeroporto che funziona solo di giorno, e dove si vedonoesclusivamente gli aerei bianchi delle Nazioni Unite e del Pam(Programma Alimentare Mondiale). ''Uno stato che deve essere ricostruito dall'inizio'' e che,dall'Italia, tra i garanti degli accordi di pace del 2005, siaspetta molto, dice il presidente del Sud Sudan, Salva Kiir,impeccabile completo nero e consueto cappello da cowboy,incontrando Margherita Boniver, inviato del ministro degliEsteri Franco Frattini, in missione in Nord e Sud Sudan. ''Ci aspettiamo che l'Italia continui a darci il suosupporto, e qualunque tipo di assistenza avremo, loapprezzeremo'', sottolinea il presidente, specificando che le''infrastrutture sono zero'' e che ''sicurezza, salute,educazione, sicurezza alimentare'' hanno priorita' assoluta. Una ''strada ancora lunga'', quella che deve percorrere ilSud Sudan, risponde Boniver, assicurando che i programmi disostegno dell'Italia sono ''ambiziosi'' e che ''riguardano moltisettori di base''. Nel periodo 2006-2008, subito dopo gliaccordi di pace, sono giunti dall'Italia 60 milioni di euro diaiuto. Ma i bisogni sono enormi, anche per il ritorno al Sud,dal Nord, di 150.000 sfollati e per il previsto arrivo, neiprossimi 2/3 mesi di altri 150.000. ''Qui la tecnologia piu' straordinaria e' lasopravvivenza'', commenta Boniver davanti alla tomba di JohnGarang, 'padre della patria' che si e' battuto per decenni peril Sud Sudan, morto nell'agosto 2005 in un incidente dielicottero 3 mesi dopo la nomina a vicepresidente del Sud, e alquale il suo Paese ha potuto offrire solo uno scarno,rettangolare, monumento funebre rivestito di piastrelle bianchee fiori di stoffa. Ma qui, nonostante tutto, c'e' euforia per la conquistadell'indipendenza, anche se - nota Boniver - ''la popolazione e'completamente traumatizzata da decenni di guerra''. Ilreferendum, contro ogni aspettativa, e' stato pacifico, e'sembra esserci ''una grande voglia di moderazione'' a Khartoumcome a Juba che, pero', non significa ancora pace stabile. Il nodo petrolio resta insoluto, e le rivalita' tribalianche. Sono di pochi giorni fa gli scontri fra esercito Sudsudanese (Spla) e ribelli del dissidente George Athor, che nellaregione di Jongley hanno provocato 200 morti. Pesanti anche leviolenze di inizio marzo ad Abyei, area ricchissima di petrolioe contesa tra Nord e Sud, con la tribu' araba nordista deiMisserya opposta ai Dinka Ngok del Sud.
giovedì 17 marzo 2011
Non ci saranno in Sudan persecuzioni dei cristiani
I cristiani del nord Sudan non correranno alcun pericolo anche dopo la proclamazione ufficiale dell'indipendenza del sud Sudan il prossimo 9 luglio, decisa dal referendum che si e' svolto a meta' gennaio. Lo ha assicurato il ministro degli Esteri sudanese Ali Ahmed Karti nel nostro incontro durante la mia missione in Sudan per le questione umanitarie come inviata del ministro Frattini. Ho sollevato la questione della protezione delle minoranze religiose con il ministro, precisando che 'aspettando l'indipendenza del sud Sudan possono esserci timori o fatti gravi nei confronti delle minoranze religiose. Il nord e' prevalentemente abitato da musulmani che parlano arabo, mentre nel sud vivono popolazioni nere e cristiano-animiste. Ma ci sono ancora centinaia di migliaia di cristiani rimasti nel nord del paese che, secondo molti osservatori, potrebbero essere sottoposti a persecuzioni in base alla Sharia islamica. Il rischio, oltre all'incolumita' fisica, e' che se la Sharia sia applicata in modo ferreo: i cristiani potrebbero essere esclusi da qualsiasi possibilita' di vita sociale e lavorativa ed è per evitare questo che si deve lavorare.
mercoledì 16 marzo 2011
Boniver a Khartoum
16 MAR - ''Preservare l'unita' e lasovranita' della Libia e garantire la sicurezza dei civili''. E'quanto ha chiesto il Sudan al Consiglio di sicurezza delleNazioni Unite. Lo ha riferito il ministro degli Esteri di Khartoum, Ali'Ahmed Karti, parlando con i giornalisti al termine di unincontro con Margherita Boniver, inviata del ministro degliEsteri, Franco Frattini, per le questioni umanitarie. Boniver inizia oggi a Khartoum una visita di due giorni nellaquale incontrera' le massime autorita' del Nord e del Sud delPaese, per fare il punto sulla situazione dopo il referendum chea meta' gennaio ha sancito la secessione del Sud da Khartoum. Il capo della diplomazia sudanese ha ricordato la decisionedella Lega araba di chiedere al Consiglio di sicurezza delleNazioni Unite di istituire una no-fly zone sulla Libia, ''per la sicurezza della popolazione e dei civili'', sottolineando che tutto il mondo condanna cio' che succede nel Paese nordafricano. Secondo Karti, si tratta di ''una questione interna dellaLibia, ma il mondo non puo' permettere che le cose vadano comevanno''. La situazione, ha aggiunto, e' molto grave, ci sonograndi pericoli per la vita della gente e l'intero mondo stalavorando per una no-fly zone''. (ANSA).
martedì 15 marzo 2011
Sudan: Boniver domani a Khartoum, poi a Juba
ROMA, 14 MAR - Fare il punto della situazione sulterreno, anche attraverso colloqui al massimo livello dopo ilreferendum del gennaio scorso che ha detto si' alla secessionedel Sud Sudan da Khartoum. E' l'obiettivo della missione inSudan di Margherita Boniver, inviato del ministro degli EsteriFranco Frattini per le emergenze umanitarie, che inizia domani. E' la prima visita nel Paese africano di un rappresentantedel governo italiano dopo la consultazione referendaria, hasottolineato il portavoce della Farnesina Maurizio Massari nelconsueto briefing settimanale alla stampa. Ed e' ''importante'' per capire le prospettive che si apronoper il Paese africano in vista della proclamazione ufficiale dell'indipendenza prevista in estate, anche perche' l'Italia e' uno dei garanti degli accordi di pace del 2005 che hanno posto fine alla lunghissima guerra civile tra il Sud nero,cristiano-animista e ricco di petrolio e il Nord arabo e a lungodetentore dell'egemonia politica in Sudan. Con l'indipendenza, il Sud Sudan sara' il 54/mo Statoafricano, ma sulla transizione pacifica pesano molte incognite,prima fra tutte la gestione delle risorse petrolifere, l'80 percento delle quali si trovano al sud. E le accuse del Sud al governo del presidente Omar al Bashir, che all'indomani dellaproclamazione dei risultati del referendum aveva preso atto delrisultato favorevole alla secessione. Ma che due giorni fa e'stato accusato di avere un piano per rovesciare il governo diJuba, futura capitale del Sud Sudan - che sara' visitata giovedi' 17 da Boniver - prima del 9 luglio, quando sara'proclamata l'indipendenza.(ANSA).
domenica 13 marzo 2011
Da Ingroia un comizio politico
Complimenti ad Ingroia. Un comiziopolitico a tutto tondo. Non mi stupirei alle prossime elezioni politiche vederlo eletto a furor di popolo con qualche partito, presumo di ultra sinistra.
sabato 12 marzo 2011
Lampedusani esempio di accoglienza
Grandi elogi agli abitanti di Lampedusa che in questi giorni di emergenza continua, dovuta allo sbarco di migliaia di tunisini, che saranno presto rimpatriati, sull'isola che sono stati un esempio straordinario di tolleranza e ospitalita'. 'Questo comportamento e' il miglior esempio diuno spirito di accoglienza molto siciliano. Grazie quindi ai lampedusani, al loro sindaco De Rubeis e naturalmente alle forze dell'ordine ed ai tanti volontari impegnati in un compito molto complesso e arduo.
venerdì 11 marzo 2011
Riforma Giustizia occasione per paese
'La riforma della Giustizia e' un'occasione da non perdere per rendere un servizio piu' efficiente e piu' trasparente al paese intero. Il percorso parlamentare sara' lungoe complesso, ma l'importante e' partire con il piede giusto senza tanti pregiudizi da parte dell'opposizione, che spero non sia tutta inginocchiata di fronte al totem giustizialista.
martedì 8 marzo 2011
La Tunisia deve operare un maggior comtrollo sul suo territorio
La Tunisia deve operare un maggior controllo sul suo territorio per impedire l'arrivo di altri immigrati clandestini - che andrebbero ad aggiungersi agli 8.000 gia' sbarcati a Lampedusa - sulle coste italiane. Anche perche' le strutture preposte all'accoglienza sono completamente sature. E' una questione che preoccupa il Governo italiano visto che si tratta nella stragrande maggioranza di casi di giovani che arrivano a Lampedusa alla ricerca di lavoro e, quindi, sono a tutti gli effetti degli immigrati irregolari e clandestini. Con l'arrivo della buona stagione e' possibile ipotizzare nuovi flussi provenienti da un territorio palesemente incontrollato che gravano su strutture preposte all'accoglienza degli immigrati che risultano essere completamente sature.
Missione Boniver, colloqui ad alto livello internazionale
. (TMNews) - L'inviato speciale del ministro degli Esteri, Margherita Boniver, nel quadro della missione al campo profughi di Shousha allestito al confine tra Tunisia e Libia, ha una serie di incontri bilaterali con le principali istituzioni internazionali e governative coinvolte. Già da lunedì sera si terranno alcuni importanti incontri bilaterali, e che ricomprendono colloqui con due rappresentanti del Comitato Internazionale della Croce Rossa (tra cui Yves Etienne, team leader delle operazioni in Libia), con quello dell`Organizzazione Internazionale per l`Immigrazione (Mark Pedzolt) e dell`Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Ayman Grabeith), e con il funzionario della Direzione Generale per l`Aiuto umanitario e la protezione civile della Commissione europea (Piero Vaccari). Martedì mattina dopo aver svolto un sopralluogo al campo di Shousha, Boniver incontrerà un rappresentante dell`esercito tunisino, per appurare con le autorità locali le condizioni generali del campo e il volume dei flussi dal confine.
lunedì 7 marzo 2011
Libia: missione umanitaria italiana sarà modulare
LIBIA: BONIVER, MISSIONE UMANITARIA ITALIANA SARA' MODULARE(ANSA) - TUNISI, 7 MAR - La missione umanitaria italiana in Tunisia, per contribuire alla soluzione del problema dei rifugiati dalla Libia, non sara' ''ingabbiata'' su schemi precostituiti, ma ''sara' modulata e rimodulata''. Lo ha detto Margherita Boniver, inviata speciale del ministro degli Esteri per le emergenze umanitarie, a conclusione dell'incontro che ha avuto questa mattina, a Tunisi, con il sottosegretario per i problemi legati agli aiuti umanitari tunisino, Nuisser. Un esperto del settore, ha ribadito Margherita Boniver, ricordando la sua lunga militanza all'Unhcr e all'Onu.
Quello con Nuisser e' stato un incontro certamente proficuo perche', ha detto ancora Boniver, si e' registrata una piena concordanza su quelli che debbono essere gli obiettivi della missione italiana e, soprattutto, come essa si dovra' sviluppare nel tempo, non facendo soltanto fronte all'emergenza, ma anche adattandosi a tutte le esigenze che dovessero venire a determinarsi nel medio periodo. Margherita Boniver, accompagnata dall'Ambasciatore Piero Benassi, ha anche voluto sottolineare la ''valenza politica della decisione italiana che va ben oltre l'esigenza di affrontare un'emergenza, ma vuole essere anche un atto concreto di vicinanza ai tunisini che tanto si stanno spendendo su questo problema nonostante stiano attraversando il delicatissimo periodo della transizione''. La modularita' della missione e' stato un punto su cui la Boniver ha insistito, soprattutto nella considerazione che quanto sta accadendo in questi giorni al confine tra Libia e Tunisia potrebbe mutare di profili con il cambiare dei flussi in arrivo dl paese del colonnello Gheddafi. A tal proposito l'inviato speciale del ministro Frattini ha posto l'accento sull'''emergenza'' che si e' creata intorno alle migliaia di cittadini del Bangladesh che si trovano in condizioni di disagio e verso i quali l'Italia ha teso la mano. Cosi' come e' stato fatto, ha ricordato, per alcune centinaia di maliani, che sono stati rimpatriati, a Bamako, grazie ai C-130 dell'Aeronautica militare. Nel corso dell'incontro con il sottosegretario Nuisser, pur se l'argomento non era nell'''agenda'', si e' parlato del problema delle migliaia di persone che, dalla Tunisia, stanno raggiungendo l'isola di Lampedusa. Al sottosegretario tunisino, la Boniver ha fatto presente l'impegno con cui l'Italia sta affrontando questa nuova ondata di sbarchi e che comunque resta un problema che deve avere il conforto e la collaborazione di tutti per potere essere portato a soluzione. Quella cominciata ieri sera non sara' l'ultima visita di Margherita Boniver in Tunisia, appunto per quella ''modularita''' che sara' imposta alla missione. Le altre visite, grazie anche alle considerazioni e agli elementi forniti dagli esperti del ministero degli Esteri, cosi' come delle agenzie internazionali, serviranno quindi ad adattare, volta per volta, l'impegno italiano in Tunisia, un impegno, ha detto ancora l'inviato speciale del ministro degli Esteri, che va ben oltre il semplice significato materiale degli aiuti. (ANSA).
Quello con Nuisser e' stato un incontro certamente proficuo perche', ha detto ancora Boniver, si e' registrata una piena concordanza su quelli che debbono essere gli obiettivi della missione italiana e, soprattutto, come essa si dovra' sviluppare nel tempo, non facendo soltanto fronte all'emergenza, ma anche adattandosi a tutte le esigenze che dovessero venire a determinarsi nel medio periodo. Margherita Boniver, accompagnata dall'Ambasciatore Piero Benassi, ha anche voluto sottolineare la ''valenza politica della decisione italiana che va ben oltre l'esigenza di affrontare un'emergenza, ma vuole essere anche un atto concreto di vicinanza ai tunisini che tanto si stanno spendendo su questo problema nonostante stiano attraversando il delicatissimo periodo della transizione''. La modularita' della missione e' stato un punto su cui la Boniver ha insistito, soprattutto nella considerazione che quanto sta accadendo in questi giorni al confine tra Libia e Tunisia potrebbe mutare di profili con il cambiare dei flussi in arrivo dl paese del colonnello Gheddafi. A tal proposito l'inviato speciale del ministro Frattini ha posto l'accento sull'''emergenza'' che si e' creata intorno alle migliaia di cittadini del Bangladesh che si trovano in condizioni di disagio e verso i quali l'Italia ha teso la mano. Cosi' come e' stato fatto, ha ricordato, per alcune centinaia di maliani, che sono stati rimpatriati, a Bamako, grazie ai C-130 dell'Aeronautica militare. Nel corso dell'incontro con il sottosegretario Nuisser, pur se l'argomento non era nell'''agenda'', si e' parlato del problema delle migliaia di persone che, dalla Tunisia, stanno raggiungendo l'isola di Lampedusa. Al sottosegretario tunisino, la Boniver ha fatto presente l'impegno con cui l'Italia sta affrontando questa nuova ondata di sbarchi e che comunque resta un problema che deve avere il conforto e la collaborazione di tutti per potere essere portato a soluzione. Quella cominciata ieri sera non sara' l'ultima visita di Margherita Boniver in Tunisia, appunto per quella ''modularita''' che sara' imposta alla missione. Le altre visite, grazie anche alle considerazioni e agli elementi forniti dagli esperti del ministero degli Esteri, cosi' come delle agenzie internazionali, serviranno quindi ad adattare, volta per volta, l'impegno italiano in Tunisia, un impegno, ha detto ancora l'inviato speciale del ministro degli Esteri, che va ben oltre il semplice significato materiale degli aiuti. (ANSA).
Prosegua la missione di Margherita Boniver
(9Colonne) Roma, 7 mar - "Prosegue la missione italiana di aiuto e sostegno aiprofughi al confine tra la Libia e la Tunisia. Mentre appare risolta, graziealla spola dei C-130 italiani, la situazione dei rimpatri dei profughiegiziani, l'attenzione é sui rimpatri di cittadini di altre nazionalità chepotrebbero avere bisogno di assistenza". E' quanto comunica in una nota laFarnesina, sottolineando che "a Tunisi si trova Margherita Boniver, Inviato speciale del ministro Frattini per le emergenze umanitarie, dove avrà una serie di incontri con le autorità tunisine e con i rappresentanti delle Organizzazioni internazionali in loco. Obiettivo della missione della Boniver é quello di verificare la situazione umanitaria al confine tra Tunisia e Libiaanche al fine di modulare la predisposizione di eventuali ulteriori mirateazioni di intervento italiano. Boniver si recherà nel campo profughi di RasJedir, dove sotto il coordinamento della Cooperazione italiana è stata realizzata, in accordo con le autorità tunisine, la struttura che funziona da centro operativo per il campo". Sul fronte politico-diplomatico il ministro Frattini ha detto che l'Italia ha avviato contatti, ma "con discrezione" conil Consiglio nazionale libico. "Abbiamo conoscenze migliori di altri - ha spiegato Frattini - e infatti siamo spesso richiesti in queste ore. Conosciamo l'ex ministro della giustizia che ora è a capo del Consiglio provvisorio diBengasi e quella rete di ambasciatori libici che ha detto che da ora loro sono al servizio del popolo e non del regime, alcuni di loro stanno esercitando un'azione importante per coagulare un consenso: noi lo facciamo ma lo facciamodiscretamente e questa credo che sia la soluzione migliore". Il ministro nell'ipotesi di decisione Onu-Nato sulla "no fly zone" ha sottolineato che "è assai difficile pensare" all'ipotesi di "aerei militari italiani coinvolti sulterreno libico, ma la nostra lealtà euro atlantica ci fa dire che le basimilitari, il supporto logistico non potremmo negarlo".(Ram)
071359 MAR 11
071359 MAR 11
domenica 6 marzo 2011
Libia: Boniver parte per Tunisi per verificare situazione al confine
Roma, 6 mar. - (Adnkronos) - Su incarico del Ministro Franco Frattini, e mentre continua l'attivita' di rimpatrio dei fuoriusciti dalla Libia coordinata dalla Cooperazione della Farnesina in raccordo con le altre istituzioni italiane, l'Inviato Speciale del Ministro degli Affari Estreri per le emergenze Umaniterie, Margherita Boniver, si rechera' questa sera a Tunisi dove svolgera' una serie di incontri con le Autorita' tunisine e con i rappresentanti delle Organizzazioni internazionali. Lo rende noto la Farnesina, L'obiettivo della missione della Boniver - prosegue il comunicato - e' quello di verificare, con le autorita' tunisine e con i rappresentanti internazionali presenti in loco, la situazione umanitaria al confine fra Tunisia e Libia dove il flusso di profughi sta evolvendo in un quadro ancora fluido, anche al fine di modulare lapredisposizione di eventuali ulteriori, mirate azioni di intervento italiane.
Dopo gli incontri previsti domani a Tunisi, Boniver - conclude la nota - si rechera' nella giornata di martedi' nel campo profughi diRas Jedir, dove sotto il coordinamento della Cooperazione italiana e' stata realizzata, in raccordo con le autorita' tunisine, la struttura che funzionera' da centro operativo per il campo e al cui interno, a partire da oggi, potranno lavorare in piena sinergia i rappresentanti di OIM, OCHA ed ECHO, insieme alle autorita' tunisine. (Ses/Pn/Adnkronos)06-MAR-11 13:47
Dopo gli incontri previsti domani a Tunisi, Boniver - conclude la nota - si rechera' nella giornata di martedi' nel campo profughi diRas Jedir, dove sotto il coordinamento della Cooperazione italiana e' stata realizzata, in raccordo con le autorita' tunisine, la struttura che funzionera' da centro operativo per il campo e al cui interno, a partire da oggi, potranno lavorare in piena sinergia i rappresentanti di OIM, OCHA ed ECHO, insieme alle autorita' tunisine. (Ses/Pn/Adnkronos)06-MAR-11 13:47
giovedì 3 marzo 2011
Situazione incandescente a Lampedusa
La situazione a Lampedusa e' tornata ad essere incandescente con l'arrivo di barconi carichi di immigrati clandestini a ritmo incalzante. Il ministro Maroni ha relazionato in Parlamento in modo dettagliato su una situazione di emergenza umanitaria che necessiterebbe di una tregua, quanto meno da parte dei dichiaratori di professione che colpevolizzano questo Governo. Serve una valutazione piu' equilibrata visto che la crisi libica continuera' ad avere una profonda ricaduta sia sul piano umanitario che sul piano economico.
martedì 1 marzo 2011
In Libia è necessaria un'azione umanitaria
Se, come tutto fa presagire, Gheddafi e' agli sgoccioli bisogna che l'Italia e la comunita' internazionale si attivino rapidamente, tendendo la mano al popolo libico e alle sue esigenze di libertà. Serve una rapida azione umanitaria per portare sollievo a tanti civili minacciati da possibili rappresaglie e mettere in salvo tutti i nostri connazionali ancora rimasti la'. La Farnesina ha fatto uno straordinario lavoro tramite l'unita' di crisi che merita un plauso incondizionato, anche se l'esigenze umanitarie sono sotto gli occhi di tutti e aspettano una risposta urgente.
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