giovedì 17 marzo 2011

Non ci saranno in Sudan persecuzioni dei cristiani

I cristiani del nord Sudan non correranno alcun pericolo anche dopo la proclamazione ufficiale dell'indipendenza del sud Sudan il prossimo 9 luglio, decisa dal referendum che si e' svolto a meta' gennaio. Lo ha assicurato il ministro degli Esteri sudanese Ali Ahmed Karti nel nostro incontro durante la mia missione in Sudan per le questione umanitarie come inviata del ministro Frattini. Ho sollevato la questione della protezione delle minoranze religiose con il ministro, precisando che 'aspettando l'indipendenza del sud Sudan possono esserci timori o fatti gravi nei confronti delle minoranze religiose. Il nord e' prevalentemente abitato da musulmani che parlano arabo, mentre nel sud vivono popolazioni nere e cristiano-animiste. Ma ci sono ancora centinaia di migliaia di cristiani rimasti nel nord del paese che, secondo molti osservatori, potrebbero essere sottoposti a persecuzioni in base alla Sharia islamica. Il rischio, oltre all'incolumita' fisica, e' che se la Sharia sia applicata in modo ferreo: i cristiani potrebbero essere esclusi da qualsiasi possibilita' di vita sociale e lavorativa ed è per evitare questo che si deve lavorare.

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