La guerra contro Gheddafi è un errore marchiano: pesante petro-colonialismo europeo
di Lorenzo Matteoli - 22 Marzo 2011
Gli incidenti a Bengasi e Tripoli sono stati provocati dai servizi inglesi e francesi (colti sul fatto) che hanno trovato, arruolato, armato e istruito i soggetti islamo-libici disponibili perché Francia e Inghilterra hanno interesse a mettere le mani sul petrolio e sul gas naturale Libico e a buttare fuori l’Italia da quella regione. L’Italia, che aveva firmato accordi e trattati con Gheddafi, aveva tutte le ragioni per rimanere fuori dalla bagarre (come ha fatto la Germania con molte meno ragioni di quelle italiane) e per insistere con fermezza su una soluzione diplomatica della crisi. Tutta la dinamica ricorda le modalità con le quali le potenze europee alla fine dell’800 e all’inizio del 900 crearono i presupposti per la colonializzazione del Nord Africa.
Gheddafi sarà uno strampalato personaggio al limite del caso mentale, ma le “prove” del suo regime sanguinario sono inesistenti e non c’è nessuna garanzia che la guerra civile in atto metta al potere una classe dirigente “democratica”: un concetto politico e una modalità di pensiero affatto aliena alla cultura islamica come provano 15 secoli di storia e i regimi in Iran, Siria, Sudan, Palestina, Iraq (anche attuale) e nelle varie “repubbliche” centro asiatiche.
Berlusconi e Frattini si sono lasciati trascinare nella vergognosa iniziativa dalla sudditanza nei confronti di Sarkozy e dell’Inghilterra e hanno subìto, per debolezza politica, la pressione della sinistra europea e italiana, demagogicamente allineata con una parte dell’Islam per confuse e settarie motivazioni ideologiche (perché non nel Sudan? perché non nello Yemen? perché non nel Bahrein? Risposta: perché Gheddafi è il maiale più facile da far fuori, almeno si spera). Tutta la informazione che avremo, sul conflitto e sulle condizioni interne della Libia, d’ora in poi saranno “drogate” politicamente e assolutamente inattendibili, di qualunque provenienza siano: Al Jazeera, CNN, BBC…whatever.
di Lorenzo Matteoli - 22 Marzo 2011
Gli incidenti a Bengasi e Tripoli sono stati provocati dai servizi inglesi e francesi (colti sul fatto) che hanno trovato, arruolato, armato e istruito i soggetti islamo-libici disponibili perché Francia e Inghilterra hanno interesse a mettere le mani sul petrolio e sul gas naturale Libico e a buttare fuori l’Italia da quella regione. L’Italia, che aveva firmato accordi e trattati con Gheddafi, aveva tutte le ragioni per rimanere fuori dalla bagarre (come ha fatto la Germania con molte meno ragioni di quelle italiane) e per insistere con fermezza su una soluzione diplomatica della crisi. Tutta la dinamica ricorda le modalità con le quali le potenze europee alla fine dell’800 e all’inizio del 900 crearono i presupposti per la colonializzazione del Nord Africa.
Gheddafi sarà uno strampalato personaggio al limite del caso mentale, ma le “prove” del suo regime sanguinario sono inesistenti e non c’è nessuna garanzia che la guerra civile in atto metta al potere una classe dirigente “democratica”: un concetto politico e una modalità di pensiero affatto aliena alla cultura islamica come provano 15 secoli di storia e i regimi in Iran, Siria, Sudan, Palestina, Iraq (anche attuale) e nelle varie “repubbliche” centro asiatiche.
Berlusconi e Frattini si sono lasciati trascinare nella vergognosa iniziativa dalla sudditanza nei confronti di Sarkozy e dell’Inghilterra e hanno subìto, per debolezza politica, la pressione della sinistra europea e italiana, demagogicamente allineata con una parte dell’Islam per confuse e settarie motivazioni ideologiche (perché non nel Sudan? perché non nello Yemen? perché non nel Bahrein? Risposta: perché Gheddafi è il maiale più facile da far fuori, almeno si spera). Tutta la informazione che avremo, sul conflitto e sulle condizioni interne della Libia, d’ora in poi saranno “drogate” politicamente e assolutamente inattendibili, di qualunque provenienza siano: Al Jazeera, CNN, BBC…whatever.
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